397 che questo Usbech è pur discendente da quel gran Ta-nierlano, che già tenne Baiazet loro signore prigione in ima gabbia , e per sprezzo se lo faceva metter sotto li piedi quando voleva montar a cavallo ; onde a modo alcuno noi! lo vorriano per confinante in luogo de’ Persiani, de’quali ora non hanno più alcuna causa di temere : onde tutti ansiosi di questi successi hanno espediti velocissimi ciaussi per riportar certe nuove da quelle parti. In questo stato sono state da me lasciate le cose de’ Persiani al mio partire da quella Porta. Ho lasciato per ultimo il parlar della serenità vostra , stimando, che l’intender prima li fatti di altri possa dar maggior lume alle cose nostre. Dirò adunque, che per termini di ragione dovria il Gran Signore aver buon animo verso questa serenissima repubblica, perchè veramente non ha causa alcuna di mala satisfazione, procurando vostra serenità di tempo in tempo dargli ogni satisfazione, e compiacerlo in quelle cose che lei si irnagina che gli possano esser grate, senza riguardo alcuno di spesa: ma se queste son cose poco stimate dal Gran Signore, consideriamo le cose maggiori. La serenità vostra spende ogni anno un tesoro nella guardia contra gli Uscocchi e nella guardia di Gandia con-tra Ponentini, tutto a benefizio e sicurtà principalmente de’ sudditi Turcheschi ; e se questo non si stima, parendogli forse, che sia fatto tutto ciò a benefizio anco de’sudditi nostri, dovria pur stimare una utilità di cinquecento o seicento mila zecchini all’anno, che gli apportano li mercanti e sudditi Veneziani con li dazii delle loro mercanzie a tanti scali di quell’imperio: e se l’utilità non può muover quel signore , che è tanto grande , e che aspira alla monarchia del mondo , lo muova almeno T ambizione e il desi-