4*9 sato più avanti; perchè ora non si trovando più figliuolo alcuno de’nostri cittadini, che voglia applicarsi a quella professione, si è principiato a dar provvisione e trattener con spesa pubblicali figliuoli de’dragomauni sudditi turche-schi, come sono Tenesin e Tommaso, perchè questi senza altra spesa pubblica imparano da sé la lingua turca, come loro naturale; ed è cosa contraria in tulio al fine per cui si debbono aver cari i dragomanni nostri proprj cittadini, e non sudditi turcheschi, come questi. Perchè, illustrissimi signori, non è dubbio, che il più importante negozio che abbia questo stalo, è quello di Costantinopoli, non solo perchè da quello dipende la conservazione di questa repubblica, ma anco perchè è quel- lo un principe barbaro, senza fede e senza ragione, onde riesce quello un negozio difficilissimo, e tanto più quanto che il bailo non parla mai con il principe istesso ma con il ministro, e non esprime egli il suo concetto, nè intende quello d’altri, ma si serve de’dragomanni, il che è certo somma infelicità. Si procura mandar a Costantinopoli per bailo un gentiluomo versato lungamente in questo eccellentissimo senato, e anco nell’eccellentissimo collegio, acciò possa intendere bi ne li rispetti che si devono avere coi Turchi, eccettuando perù la persona mia da questa regola, la qual in questa parte ha patita eccezione. Si procura dar per segretario al bailo un segretario di questo eccellentissimo senato, o un principal soggetto degli ordinari della sua cancelleria, e tutto queslo è bene; ma poco giova questo, poiché la somma del negozio non basta che il bailo la intenda, nè il segretario, perchè bisogna che la capisca anco il cervello del dragomanno, il quale è lui quello, e 11011 il segretario, clic ha da trattarlo.