esse discorre , dimandando il parere dei sultani ad uno ad uno, e secondo che dicono le loro opinioni si levano dal loro luogo, e vengono appresso il re, e siedono, parlando con voce alta, di modo che possino essere intesi dagli altri sultani, e nel corso del ragionamento, il re , sesente qualche ragione che gli piaccia, la fu notare alli gran consiglieri e molte volte la nota di mano propria ; e cosi a mano a mano, secondo che il re chiama, li sultani vengono a dire le loro opinioni. Il re ora risolve le cose nel primo consiglio, quando nt>n ha dubbio delle materie che si trattano , ora si fa portare le ragioni di tutto il consiglio, e da lui le considera e poi si risolve. Nel numero di questi sultani drl consiglio, entra anco il capitano della guardia del re, cho sebbene non è sultano, è però nobile, ed uscendo di quel grado entra sultano. Li gran consiglieri non hanno voce, nè ricordano cosa alcuna, se dal re non sian dimandati ; li quali sebben sono onoratissimi, e molto stimati, non possono però ascendere al grado di sultani, nè di altri servi zj pertinenti alla guerra ancorché fossero nobilmente nati. La carica veramente è piuttosto di genere virtuosa che nobile. Mentre che il consiglio sla ridotto ogni notte, vi stanno anco le guardie di trecento Curdi armati, li quali, licenziato il consiglio, non si partono, ma dormono li per guardia del re. Parendomi aver sin qui detto a sufficienza della corte di questo re, parlerò ora della grandezza del suo stato, e qual sia il modo del governo delle provincie, e regni che in esso si trovano considerando le metropoli, e come è amato esso re dai popoli abitanti nel suo paese. Confina il paese posseduto dal re di Persia da levante con l’india, eh’è tra il fiume Gange e Indo: da ponente col fiume Tigri, che divide la Persia dalla Mesopolamia, ora