i5o tiglierie, siccome lianlio f;itto nel voler ridurre le maone quasi veloci al pari delle galee, perchè non hanno più d’ mi pezzo da quaranta, e due altri da venti a prua, e dodici per li fianchi. Con tali galee, e cosi armale, pensavano i Turchi navigar sicuramente per tutto, e felicemente assaltare gli Cristiani; ma è da credere che 1’esperienze già fatte siano per moderarli, 11011 persuadendosi ora tanto del fatto loro che non conoscano esser loro necessario abbondar maggiormente negli uomini da spada e nell’ artiglieria , quando veramente abbiano da combattere. Sogliono empire le galee di pane per più di quattro mesi, fuggendo il disordine del mancamento, il quale apporteria loro danno inevitabile, massime nel viaggio di tanto mare, come quando vanno contra i luoghi del re di Spagna. Ora di tante galee pochissime si tengono armate, se non ha il Gran Signore T animo a qualche impresa , bastando solo venti galee, che si tengono distribuite per le guardie di Scio, di Metelino, di Negroponte, di Rodi, di Cipro, e d’Alessandria; le quali galee per esser tenute di continuo armate sono con altre venti (che si armano pur di schiavi) le migliori di tutta l’armata, che in tutto saranno quaranta, benché queste ancora divengano in occasione del combattere poco buone, tenendo in sé stesse il nemico, che è lo schiavo cristiano, il quale in quel tempo procura non perder 1’occasione, come s’intende esser occorso nel giorno della vittoria della Curzolari, nel qual molti schiavi sferratisi, nelle proprie galee ferivano ed ammazzavano i Turchi. Eccettuate adunque queste galee delle guardie, restano tutte l’altre nell’arsenale, aspettando il bisogno o la volontà del Gran Signore. T.a cura di questa armala è tutta commessa al capitano del mare, il quale al presente è Ulucciali di nazione calabrese, schiavo e tenuto