318 casi suole il re, per modestia, continuare nell’uso antico di chiamare i parlamenti, convocando in essi li tre stati, ed ordini del regno, clero, nobili, e popolari, acciocché da questi esaminate e risolute le materie che occorrono, siano poi dal re confermate o riprobate. Certo da principio, quando i parlamenti furono ordinali , e molti anni dopo, tanta era la libertà e sicurezza di quelli ordini, che poteva eziandio il minimo di quelli che v’intervenivano, senza alcun pericolo, anco che volesse parlare contro la persona del re, dir liberamen-tequello che giudicavasi convenisse al ben comune, essendo per dire il vero in quel tempo i re piuttosto capi politici e civili, che, come sono adesso, signori e monarchi ; in modo che quanto da principio pareva che con i parlamenti fosse abbassata, come era veramente, la potestà dei re, tanto per il contrario da Edoardo III in poi, per la potenza dei re, fu grandemente diminuita la potestà dei parlamenti, con essere restata al presente piuttosto la forma loro antica in essere, che punto di quella autorità e libertà di prima ; servendosene al presente i re più per ricuoprire, con questa apparenza, le voglie e appetiti loro, e per fuggire nella consultazione delle cose dubbie la fatica e l’incomodo, e nelle pericolose il danno, che per rimetter punto della potestà che hanno. Perchè niuna cosa che si determini in essi è valida, se non è confermata dal 1 K re; e non possono 1 parlamenti , non che risolvere da loro un decreto, nè atto alcuno, nè anco congregarsi se non convocati dal re, usando per più vie i re escludere ed includere, se così è loro in animo e torna bene, quelli che più loro piace, e della volontà dei quali più pare loro di potersi assicurare, essendo falli