279 maggior dimostrazione per la corona e con la vita e con i consigli. Si parie poi sua maestà dal consiglio, e va alla messa, alla qual è intento con gran devozione, conoscendo che ogni bene vien da Dio, da cui supplicando si ottiene la felice fortuna, e prudente elezione de’buoni consigli. In questo modo col suo esempio infiamma i suoi sudditi alla religione, e fa sè stesso degno del nome di cristianissimo. Finita la messa, va a desinare, dove, per lo poco appetito, dimostra esser più pieno di pensieri cbe avido di cibi. Dopo desinare si fa un altro consiglio,molto più pubblico di quello della mattina ; nel quale il re poche volte entra, ma sempre v’intervengono i sopradetti consiglieri ; e vi si tratta di legge , di giustizia , e d’ altre simili cose. Parmi degno di memoria un antico costume di questo consiglio, che in ogni materia proposta s’ode prima ognuno cbe fa professione in quella, e poi i consiglieri del re deliberano ciò che a loro pare essere a benefizio di sua maestà. Ma il re spende questo tempo in studio di lettere, conoscendo che quelle possono apportar maggior guadagno e ornamento ai principi eh’alcun’altra sorte di beni. Si esercita poi nel cavalcare, si per dar diletto allo spirito , sì ancora per conservar la sanità del corpo. Ha piacer della caccia, e massime de’cervi , alla quale va due volle la settimana. Non gode finalmente altra sorte di piaceri che onesti, se per avventura non procedesse sì cauto che a nessuno fosse manifesto. E sua maestà d’anni Irentasei, grande e di buona slalura,di bella e grata faccia, e ben proporzionato, e alquanto bruno ; è costumatissimo, affabile, cortese: onde