84 che il re disse di volere in ogni modo lo stato di Milano, il quale a tutti era notissimo esser suo, che più dire o desiderare non si poteva Cominciò adunque il pontefice a negoziare quest’impresa, parlando egli stesso più volte con ambidue questi principi,e facendo che gli agenti in presenza sua ne li ragguagliassero, stringendosi a tutti gli articoli di essa pace * j molte volte inducendo uno degli agenti suoi a visitar l’altro, e che la regina anco andasse due volte a visitare l’imperatore suo fratello; e in somma facendo tutti quelli uffizj più caldi e più espedienti che potesse immaginare per disponerli alla pace. Ed è proceduto in tutto questo negozio, parlando liberamente di tutto quel che sentiva, con tanta carità e sincerità che ha soddisfatto all’uno e alf’altro. E se alcuna diffidenza era nata nelle menti d’alcuno di loro, questa s’è levata; sì che ad ambidue s’è fatta confidentissima. E non ha mai voluto parlare di tregua con loro, fin che non s’è veduta disperata la conclusione della pace. Nella quale nego-ziazion sua (siccome anco deliberò il partir di Roma senza il consiglio e parere dei cardinali o di niun altro), così ancora è proceduta con il suo consiglio solo, nè ha mai comunicato cosa alcuna al collegio, se non quando Cesare propose il partito della cessione dello stato di Milano con le condizioni di essa; e questa communicò solo • Quest’ ultimo inciso può aver due sensi ; o s’ applica al discorso dei due principi , che nulla lasciava desiderare: o ai diritti del re su Milano, che non lasciavano luogo a dubbio. ( 7'ommaseo. ) Noi crediamo però che si riferisca al primo di questi sensi, ove si consideri quanto dai negoziatori veneti fosse sempre serbata la più stretta circospezione diplomatica. » Pare che voglia dire: insistendo su ciascuno articolo, acciocché fosse accettato.