155 Spagnoli , che le sono intorno a’confini, parte poverissimi , parte insaziabili, avendo cominciato ad aver castella in quei contorni dell’Italia e Carniola, mai restano di sollecitar quanto possono alla guerra , che non può loro tornare di nessun danno, ma di molla utilità. Dappoi, eh’è successa la pace di vostra serenità col signor Turco, sua maestà s’è molto risentita; vero è ch’io giudico, ch’ella creda che sia per seguir alcun accordo a danno dell’imperatore, e utile del re cristianissimo con il Signor Turco; e argomenti sono di quesl’a-.nimo , che seguite quelle prime trattazioni con il signor Turco, mai più il serenissimo re Ferdinando comunicò meco le materie, che si trattavano, e di quelle parlo particolarmente che sono maneggiate in Augusta; onde s’io le voleva intendere mi conveniva andar per le mani d’altri oratori e prelati, perla mia amicizia particolare. Anzi quando la festa tutti gli oratori convenivano in una sala, e a tulti il serenissimo re comunicava , a me nulla diceva dopo la pace, con poco onore di vostra serenità ; il che vedendo io, non mancando bensì d’accompagnar sua maestà alla messa , andava a corte tanto tardi , che sua maestà aveva finito al mio giungere di negoziare con gli oratori. Oltre ciò, subito dopo venula in corte la nuova della pace col Signor Turco , tutti quelli che solevano frequentare la mia visitazione tralasciarono quest’ uilicio , dico ancora gl’invitati a desinar meco. E di più, venuto il clarissimo mio successore, non fu mai visitato per nome di sua maestà, com’è il solito; vero è ch’egli fu condotto a sua maestà da don Pietro Lasco, cavallerizzo di sua maestà, nè sua maestà lia mai mancalo a me d’ogni dimostrazione di domestichezza , e d’ amore.