68 il re cristianissimo aveva detto, essendo li, che se Cesare avesse volato, si averia tolta l’impresa contro li potentati d’Italia, nominando il ponlefice, e questa eccellentissima repubblica. Partimmo poi di Saragoza, e giunti a Barcellona per rinunziar li nostri carriaggi, e aspettar il salva-condotto, fu necessario, che ci fermassimo lì alcuni giorni, dove ritrovammo il signor di Beaurain, il quale era venuto in posta per incontrare il signor di Borbone, che coir armata doveva capitare in quel luogo. Ci ritrovammo con sua signoria , la quale efficacemente ne esortò ad operare che vostra serenità confermasse la confederazione sua-con Cesare, replicandone quello che il Cardinal ne disse a Saragoza, che il re cristianissimo non aveva mancato di fare a Cesare diversi partiti a ruina di vostra celsitudine. Continuando il viaggio nostro, dopo che a Perpi-gnano ebbimo il salvacondotto della serenissima reggente di Francia, entrammo nella Francia. Giunti ad Avignone, fummo a visitare il reverendissimo cardinale d’Auch , dal quale fummo ben veduti, ed accarezzati. Ne disse sua signoria reverendissima che il duca di Ferrara le aveva scritto, che fra pochi giorni lo aspettasse, perchè voleva passare per Francia, e andare in Ispagna a Cesare. Ne disse poi la pace nuovamente conclusa fra il regno di Francia e il serenissimo re d’Atiglia, la quale ci disse, benché fosse pubblicata perpetua, tuttavia essere solo per venti anni, e che davano al prefato re due milioni di ducati a cento mila ducati all’ anno. Dopo calate un poco 1’ acque del Rodano , le quali per le pioggie continue erano grossissime , partimmo; e venuti nel Delfinato a Valenza, vi ri-