379 sentati i tesori d’Inghilterra, non mi potere essere presentata cosa a un pezzo tanto cara, quanto era quella ch’io sapeva di portare alla serenità vostra, ch’era un vero testimonio della volontà, ed affezione di sua maestà verso questa repubblica, non potendo io ricevere nè come persona privata, nè come persona pubblica, così liberal dimostrazione di sua maestà; però che io accetta va l’uno e l’altro presente per presentarlo a vostra serenila, non distinguendo Tessermi dato più in un modo che nell’ altro; e con usare a lui quella cortesia che mi paresse meritare maggiore, lo licenziai. Li scudi ho presentato alla serenità vostra nell’istes-sa borsa datami da lui, ed allora sigillata, e la coppa nella stessa cassa; e sebben questa, con duecento scudi, sia la ricompensa di molte cose di non poca importanza presentate da me in più volte, non per ambizione mia, ma tutte ricercate dalla detta cameriera per bisogno e servizio di sua maestà, olirà un cocchio con i cavalli e tutti li apparecchi, presentato anco per necessità, perla voglia che n’aveva la detta cameriera, alla quale la regina dopo il donò, il qual cocchio fatto venire d’Italia, tenevo per mia comodità, avendolo usato tutta questa state, che non voglio per modestia dir quello che mi costasse, basta ch’era tale che non disonorava il grado di ambasciatore; se ben, dico, questa ricompensa dovesse di ragione senz’altro esser mia, nondimeno altrettanto ed in doppio mi sarà caro riconoscerla dalla benignità di vostra serenità e di questi eccellentissimi signori, quando me ne sia fatta grazia, quanto dalla regina. E se anco quanto alli mille scudi parerà alla serenità vostra, che per qualche fatiche e spese mie, io debba esserne compensato nel modo che sono stati compensali