4*5 assai di buon’ora, e subito ponno entrare in camera non solamente li gentiluomini ordinarj, ma anco gli altri. Ma come sua maestà è levata in piedi, subito esce ognuno e solamente restano con lei quelli signori che intervengono nel suo consiglio più segreto, il quale dura quanto ricercano li negozj, ma per l’ordinario è circa a due ore: poi sua maestà esce alla messa, e dopo quella va a desinare, e mangia in pubblico, e mentre che mangia ha sempre qualcuno che ragiona con lei ; dopo dà u-dienza a ciascuno che la vuole, almeno per due ore, e specialmente agli ambasciatori, essendo quella la loro ora ordinaria. In queste udienze usa tanta benignità, e cortesia di parole, che non lascia partir mai alcuno mal contento da sè. Oltre la propria lingua, parla l’italiana e la spagnuola, e di tutte se ne serve egualmente secondo l’occasione. Si ritira poi con poca compagnia in camera di madama di Valentinois, dove sta circa ad un'ora, e poi va a giocare a pallamaglio, e qualche fiata alla palla, avendo incominciato da qualche tempo in qua ad intermettere gli altri esercizj più forti. Gena poi similmente in pubblico, e dopo va in camera della regina, dove si trovano la maggior parte delli signori con le dame, e li si trattiene con piacere per più di un’ora. È per natura liberalissimo e facilissimo a concedere grazie, sebbene poi si contenta che tutte le sue concessioni non siano eseguite. Ha memoria grandissima, ed oltreché si ricorda di tutte le cose che maneggia, sua maestà medesima mi ha detto, che come una fiata ha ctyiosciuto un uomo, non se lo scorda mai più. Ama sopra ogni cosa li soldati e nel donare onori e ricchezze antepone quelli a tutti gli altri, in tanto che si può dire, che chi non è soldato non ha quasi parte alcuna in corte; ed all’incontro, non