i64 ro innanzi alla sua porla tutti i suoi e miei, e protestai ad alta voce, ch’io non sentiva per alcun modo eh’ei si avesse a partire, perchè partendosi tenevo per certo ch’egli avesse a morire. Io ho scritto la verità del tutto, serenissimo principe e signori eccellentissimi, e la cosa fu siccome la dico; che per la vita propria non l’avrei scritta se così non fosse stata. Quale io rimanessi privo della più dolce compagnia che io avessi saputo desiderare a questo mondo, non accade che io lo ridica: ben dirò che a ciò s’aggiunse tal caldo, che arrivato in Lione, il proprio giorno che il sole entrò in Lione, non io debolissimo, ma gli stallieri, e i cavalli abbruciavano di caldo, massime per una campagna tutta scoperta di dieci o dodici miglia innanzi l’entrarvi. Lì io mi stetti i tre o quattro giorni che stette ad arrivarmi la nova commissione dell’eccel-lenze vostre, con la quale mi partii debolissimo ; ma Dio volle che mi convenisse imbarcare per il cammino più corto della Borgogna onde andar a Reirns, ove ebbi avviso dal clarissimo Giustiniano, orator nostro in corte, che il cristianissimo si aveva a trovare; per la qual strada si mise a piovere sì che il tempo si fece molto fresco, tal eh’ io andai di lungo con l’aiuto di Dio senza altro impedimento: e per intelligenza dell’eccellenze vostre, questa sua legazione non è stata la più tarda, come le si dubitavano. E anco in questo è mirabile il suo giudizio (nè lo dirò già per le qualilà del suggetto mio, che è intimo, ma per la verità sola ), che tulli quasi gli oratori de’ principi, che ci ritrovammo a quella corte l’altra volta ch’io vi fui ', 1 A tempo di Francesco I.