3io raonio della corona, chiamala l’entrala vecchia, è qnc-sla una rendita di trentamila lire di quella moneta, alla quale al presente è unita quella della duchea diLancastro, assegnata a uno delli figliuoli del re, quando è in essere, che rende sedici mila lire; ma quando saranno levale diverse assegnazioni che ha sopra, arriverà a venti mila. Ma sopra tutto vi è l’entrata della gabella di quello che entra ed esce del regno, pagata indifferentemente da ciascuno, cosi forestieri come Inglesi, ma con gran differenza, essendo in alcune cose più del quadruplo gravati i forestieri che gl’ Inglesi, e in alcune senza proporzione. Renderebbe questa assai rispetto al gran traffico di quello che entra, ed esce fuor del regno, se fosse governata e riscossa altramente, per conto cioè di particolari daziarj, come usano gli altri principi: ma riscuotendosi per il principe, come si fa, la maggior parte se ne va in donazioni e ruberie, perchè di dugento mila e più lire, che ha nome di rendere ogni anno ordinariamente, non resta alla corona a fatica la quarta parte; tutto il resto è mangiato dalle spese e dalli ministri ed ufficiali che vi son sopra. Queste anticamente erano e sono ancora le entrate più importanti della corona, oltra le quali vi è 1’ utile che si cava dalle miniere del ferro, del piombo, e dello stagno principalmente, non essendo, si può dire, parte dell’isola, che non vi sia sottoposta, per essere i terreni quasi tutti di natura minerale, ma sopra tutte ne è abbondantissima la provincia di Corno-vaglia, dove si cavano ordinariamente. Vi era, e vi è ancora l’entrata dei vescovati ed abbazie che vacano, che quando le abbazie erano in essere, che erano un numero infinito, importa va assai; la denominazione delle quali, sì come delli vescovati, e di quelle chiese che