9* Milano , e del re di non volere di presente entrare nella lega, nè lasciare le amicizie già dette con altro partito che con lo stato di Milano di presente; quanto all’imperatore, si giudica da alcuni essere perchè esso non voglia in modo alcuno dar questo stato, ma tenerlo per sè, e a questo modo deludere il re: ma in vero questa opinione ha forse l’imperatore dimostrato essere falsa con il partito ultimamente proposto nella persona di Ferdinando , onde di fatto si privava egli del ducato e lo metteva in mano d’ altri, che per i rispetti detti di sopra, ancorché gli fosse fratello, pure si poteva dire che era in questo caso molto differente dall’ imperatore. Si privava di presente di tutte le utilità di essa,lasciando di presente tutte l’entrate al duca Orleans, e gli dava tanta cauzione e sicurtà d’ostaggi, e di ritenzione di tante torri e castelli, che solo con quella ritenzione s’è contentato il re di far la tregua d’anni dieci senza promessa nè speranza alcuna d’aver lo stato di Milano mai, di modo che si poteva pur credere che questo stato gli avesse a venire almeno in capo di tre anni in ogni modo nelle mani. Però non si può dire esser questa veramente la causa, che l’imperatore e i suoi dicono e allegano di non si fidare del re, e dubitar grandemente che il re non gli osserverebbe cosa alcuna ; anzi, che posto il piede per quella strada in Italia, gli moveria guerra con Fiorenza, con Genova, e col duca d’Urbino, e con il regno di Napoli. E così dove Cesare si credesse avere acquistato pace, e un compagno contra il Turco, così sarebbe entrato in maggiore e più pericolosa guerra , che gli avrebbe fatto lasciare non solamente quella del Turco, ma lo avrebbe stretto, e con pericolo, a difendere il suo,avendo fatto il nemico più potente e introdottolo in