436 maleficio a sua maestà. Ecl alt’ ineontro il signor contestabile dimostrava che sua maestà era per riceverne beneficio grandissimo, sì per poter fortificare quello che aveva preso, come per sollevar quelli popoli dalli continui travagli. Ma e 1’ una parte e l’altra riguardavano al loro beneficio particolare, per il quale li serenissimi di Guisa hanno sempre persuaso sua maestà alla guerra d’Italia, disegnando, per essere il signor contestabile ornai vecchio, che tutto il maneggio di una guerra così lontana convenisse essere nelle loro mani, e sperando con 1’occasione di dar qualche gran vittoria a sua maestà farsi, se non maggiori al signor contestabile, almeno eguali. Dall’altra parte conoscendo esso signor contestabile il disegno dei detti signori, ha sempre esortato sua maestà a far ogni suo sforzo di far progresso in Piemonte , giudicando che quella impresa fosse e più facile, e più sicura^ e favoriva quanto più poteva le operazioni del maresciallo di Brissac, acciò che sua maestà lo mantenesse in quel carico, e dall’altra parte aveva fatto dare il governo di Piccardia all’ammiraglio suo nipote, in modo che essendo tutto il maneggio in mano de’suoi dependenti, li signori di Guisa restavano esclusi. E similmente anco delle cose del mare, avendo il predetto ammiraglio il governo di quelle del mare Oceano, e del mar Mediterraneo il conte di Tenda suo cognato, e per non esser lui atto a maneggiar 1’ armata aveva fatto averne il carico al capitan Poiino, il quale era del tutto suo dipendente; ma con tutto ciò conoscendosi sua eccellenza già vecchio, e perciò poco più desideroso di lare imprese, desiderava sopra tutte le cose la pace, sperando con quella di potere più stabilire ed ingrandire la casa sua.