i9o come mi parve conveniente e a proposito, e accettai il dono con quella modestia, che si conviene all’onore di questo illustrissimo stato, essendomi sforzato sempre di essergli degno rappresentante; e facendolo accompagnare dalli miei giù per le scale, feci donare al giovane che diede la catena venticinque scudi d’oro. Nella scatoletta nella quale era la catena, eravi dentro la polizza del peso, la quale si scontra con quella che si è fatta in Ce va, la fede della quale è che sia il valore di essa catena cinquecento novanta scudi. Ora io ho sofferte infinite spese per 1’eccellenze vostre , e nell’ altra legazione, che fu poco meno di due anni, e nel capitanato di Padova (ove son stalo quindici mesi, con soli diciassette ducati al mese, malgrado la tanta spesa che si conviene in un cosi degno magistrato; che se mi ci fosse andata Ja vita ancora non avrei potuto mancare del debito mio di onorarlo); e in questa legazione ho anco speso assai, avendo, d’ accordo col clarissimo ret-tor Grimani, vestito quattro stallieri per uno di casacche e cappelli di velluto, e falto moltr’altre spese che sono manifeste; che di dodici cavalli, con li quali dal-l’eccellenze vostre fui obbligato, non ho mancato di averne venti o ventidue, e non ho potuto far di meno di quattro muli, avendo io voluto più presto sperare nella benignità dell’eccellenze vostre, andando con quel-1’ onore, che si conveniva a così degna legazione, che con minor numero nou far loro onore secondo che era debito; e ho speso, olirà li danari avuti da esse, li primi dei quali undorao nella barca , che mi condusse a Padova , assai altri ; e il clarissimo messer Antonio de’Priuli può fai' fede avergli io tratto dalla corte, sopra una sua lettera di cambio, trecento scudi, e a Lione mi convenne pren-