213 Ma quando sua maestà era sana , è stata in tutti gli eser-cizj del corpo perfettissimo ed eccellentissimo cavaliere. Ha giostrato bene alla lizza e a campo aperto, lia combattuto alla sbarra, ha giocato a canne, a carosello, ha ammazzato il toro, e brevemente fatto tutto quello che alla ginetta e alla briglia si può fare a cavallo-Ha cognizioni di cavalli, d’artiglieria, di alloggiare eserciti, d’espugnar città, e d’ogni minima parte che appartiene a guerra, quant’ uomo che oggidì viva, e non solo in terra, ma anche nelle cose di mare. Usa ogni diligenza d’intendere ogni particolarità delle cose sue, nè si spende un scudo 111 casa sua eli’ egli non sappia o non vegga la polizza. Non veste, nè mai ha vestito pomposamente, ma usa portare ora il sajo e la cappa, ora veslet-te corte sino al ginocchio, e tanto bene intese e assettate, che non è possibile di più. E parcissimo nello spendere fin dove egli possa vedere il danaro; però si dice che fino alla somma di dieci scudi non v’è alcuno al mondo che li spenda meglio di lui; ma da quelli in su, non potendo egli vedere tutto, e perchè non può far altrimenti, spende come gli altri principi. È tardissimo nel rimunerare i suoi servitori, il che gli torna a proposito perchè li obbliga a continuare, non volendo essi perdere il servizio; e quando li remunera, facendolo quasi una volta sola, dà loro assai, il che muove gli altri a sperare, e il remunerato a sopportar nuove fatiche. Le provvisioni deputate alle camere sue 0 date ai suoi benemeriti, è dieci e talora dodici anni che non son state pagate; e chi ne vuol ritrarre alcuna cosa, quasi la metà ne va nei ministri. Ha sua maestà infiniti modi di rimunerare, perchè con molti feudi che spesso vacano, con benefizj ecclesiastici, che v’hanno in