4G3 sioni quelli oflìcj, che potessero confermar sua maestà nel suo buon animo, e portar dignità alla serenità vostra, ed ho conosciuto in quella corte farsi grandissima stima della prudenza e delle forze di questa serenissima repubblica. Onde fu sempre giudicato dalli prudenti che T impresa del regno di Napoli non potesse aver buon fine senza le forze di mare della serenità vostra. E perciò non è dubbio che il re si saria contentato di farle ogni partito acciocché la si fosse collegata ancora lei ; ma non lo ricercò , essendo ormai certo che la serenità vostra, per qualsivoglia partito, non si muoverà dalla sua neutralità. Nè resterò di dire, che siccome si è creduto che la serenità vostra abbia avuto piacere della pace del papa, e che medesimamente avrebbe cara quella di Ferrara per ridurre l’Italia in quiete, e conseguentemente essere lei in maggior sicurtà , così si tiene eh’ ella non curi molto che segua pace fra questi due principi, anzi che desideri di vederli continuare in guerra, acciocché componendosi tra loro non rivolgessero l’animo a qualche pensiero che portasse travaglio alla serenità vostra. E similmente dirò, che la troppo grandezza dell’uno e dell’altro si giudica che porti sospetto a serenità vostra, perciocché quando partì dalla corte il duca di Guisa per passare in Italia, assai chiaramente si conosceva, che le speranze che teneva la lega di fare qualche grande impresa in Italia fossero sospette alla serenità vostra, e però molti discorrevano che la sarebbe stata per dipartirsi dalla sua neutralità, e che più presto si sarebbe ella accordata con il re di Spagna che con la lega. E quando poi fu rotto il contestabile, e richiamato il duca di Guisa senza fare effetto alcuno, si diceva che la troppa