10() Avendo dichiarato il desiderio che mostra aver l’imperatore di far tale impresa contro il Turco con la persona sua propria, e le cagioni di questo; per discorrere anco un poco del modo che può aver da farla, che forse da molti si desidererà intendere, dico, chea me pare che sebbene nelle guerre ha speso assai e impegnato molle dell’eutrate sue, e caricati eziandio i regni e stati suoi di tanti tributi, che possono essere impoveriti e stanchi ormai di contribuire; nondimeno è da credere che, andando sua maestà in persona ad una impresa cristiana così pia, così santa e così desiderata da ognuno, non gli debba mancare il modo nè del danaro nè delle genti che abbino a seguire sua maestà. Perchè, prima ella non vi anderia; e poi se è andata a Vienna con tante forze sue proprie, appresso le allre somministrate dall’Alemagna contro un esercito potentissimo del Turco, e passato in Affrica con armata così potente quanto si vedesse mai di cristiani in mare, e entrato in Francia con sì grande apparato, per mare e per terra, di genie da piedi e da cavallo, e sempre stimato quasi da tutti che gli dovesse mancare il modo del danaro, nè questo però gli è mai mancato;e oltre di ciò ha sostenuto la guerra col re di Francia, che senza grandissima somma di danaro non si poteva fare; si può credere che anco quest’anno non gli abbia a mancare in tal impresa, dove pone la propria persona sua. La quale può essere di tanto momento appresso li signori e popoli suoi, che non solo siano per essere tutti pronti a somministrare il danaro con prestezza, ma ancora a seguirlo ciascuno a prova con quanto potrà menare seco a spese sue. Appresso di che , sebbene ha impegnato molte delle entrate sue pagando quelli che lo hanno servito del denaro, non è però che