334 niere dal vivere dell’ imperatore, imitando quanto può le vie ed azioni sue di benignità ed umanità, avendo del tutto persa quella alterezza e sussiego, come chiamano gli Spaglinoli, con la quale uscì la prima volta di Spagna e riuscì così odioso. Di pazienza e facilità nelle udienze ed altro, non può alcuno, per minimo che sia desiderar più, perchè, non dico alle ore ordinarie delle udienze, che in queste non si ha bisogno di mezzo, ma liberamente può ciascuno accostategli , e con supplicazioni o memoriali intertenerlo a suo piacere, non avendo, che si sappia, mai dato ripulsa , o impedimento alcuno anco alle udienze straordinarie, o quando per ne-gozj o per sua comodità si ritira, che anco allora basta ogni piccol mezzo per avervi introduzione. Nelle risposte, benché sia ristretto, e di poche parole, sì come dicono, ed anco nella conversazione, niente di meno nelle espedizioni , ancora che lunghe, secondo 1’ uso della nazione spagnola, concede assai più che non dà intenzione, con parole di buonissimo ingegno, con nome d’ intendere facilmente, e capire ciò che gli vien detto. Ed ancorché non esca della sua lingua materna e naturale spagnola, però intende e parla, benché debilmenle, la latina, ma l’italiana intende senza difficoltà, e dicono anco la francese. Oltre 1’ ingegno è tenuto di onesto giudizio, non dico rispetto all’età, che essendo adesso entrato in trenta anni, conviene che come principe sappia quello che non sanno gli altri di quaranta, rispetto la poca esperienza che egli ha; e ne contano i suoi consiglieri molli casi ed esempi bellissimi, con la medesima assiduità e pazienza nei negozj che faccia nell’ udienze, non sdegnando di fermarsi le quattro e cinque ore nel consiglio. , Della liberalità sua poi, parte principale di un prin-