2 I 4 (li parole. « Noi intendiamo in questo e in quest’altro modo ». E perchè vostra serenila intenda meglio questa parte, le dirò due bei casi; l’uno fu quando al papa Paolo ili, in materia di Piacenza, fece dire ch’egli era mollo pronto alla grandezza del duca Ottavio suo genero; che però, acciocché quel che si facesse fosse durabile, saria stato bene che sua santità e lei vedessero di trovar modo, che tutti i papi e gl’imperatori che succederanno non avessero attacco da turbaree alterare quello che loro risol vessero;lequali parole furonodal pontefice interpretale a certissima restituzione di Piacenza, ma da sua maestà dette con intenzioue che si vedessero le ragioni dell’imperatore e della chiesa; ed essendo sua maestà sicura che la chiesa non poteva mostrar cosa alcuna autentica, veniva giustificatamente a conseguire il suo intento.L’altro caso fu con il presente ponlefice '; che avendo sua santità persuasa a Cesare la pace con il redi Francia, volle Cesare che sua santità considerasse un poco l’umore, che nell’uno e nell’altro di loro peccava, e vedesse se era possibile che si sopportasse quello in che peccava il re; il che non era dire eh’ egli volesse fare nè pace nè guerra, ma in ogni caso servirsi di questa risposta a quanto occorresse; e cosi fece col langravio, e fa in tulio quello che può. E duro sopra i punti d’onore, e sopra ogni minuzia contenuta nei contratti di pace e di leghe, che ha con gli altri. Rimette o diferisce l’ingiurie dei suoi e le sue proprie, quando gli melle conto per maggior comodo. E fissò nelle sue opinioni ; non fa mai cosa alcuna forzato apparentemente, e lascierà più tosto rovinare il mon- 1 Giulio III.