2l6 mera vigli ¡a se a un principe tanto prudente e pratico nei negozj di stato e nelle cose della guerra, pensandovi tanto sopra , gli sieno riuscite e tuttavia le cose gli riescano felicemente. Coi Tedeschi sua maestà è talmente usa a trattare e sì ben li conosce, che ha mortificati i desiderj suoi e i piaceri, e quanto passatempo ei si piglia in Germania è nella camera sua talora ridere e burlare con un nano suo polacco, o con Adriano suo ajutante di camera , e spesse volte anco col baron Monfalconelto, maestro suo di casa ; il quale in vero per 1’arguzie e prontezze sue, e per le libertà che si piglia di dire ogni cosa, è giocondissima e dolcissima pratica all’imperatore. Va alle volte sua maestà a caccia con otto ovvero dieci cavalli soli , e ritorna bene spesso con una magna preda d’uno o due cervi o cinghiali che sieno; anderà anche alle volte a tirar di scoppio per li boschi, e quando gli manca cacciagione grossa si piglia piacer di tirare a corvi, cornacchie, colombi e simili cose; nelle quali cac-cie sua maestà non spende l’anno cento scudi, e non s’è reputato a vergogna in questa cosa, nè nel vestire, nè in simili altre, essere superalo da qual altro principe che sia al mondo; ma ha posto ogni suo pensiero e sludio nelle cose d’importanza, nelle quali ha fatto tanto progresso che ha superato ogn’altro. E perchè nel tempo eh’ io sono stato alla corte, v’è stato anche quasi un anno e mezzo il serenissimo principe di Spagna mi pare esser temilo dire ancora alcuna cosa di lui; avendo massime, come è da credere, la serenità vostra da negoziare molti anni con quel principe per la gioventù sua. i Don Filippo figlio di Carlo V.