3i4 avendone la regina corretti molti, e levate molte superfluità, non solo con l’aver ristrette, ma tolte via molte tavole, e, cosa che più importa, tutte le provvisioni che erano a beneplacito suo. Da questi capi derivano, e per queste vie si dispensano l’entrate della corona, restando nelli bisogni straordinarj o di guerra o di debili o d’altre occorrenze pubbliche, le provvisioni e modi straordinarj. Sariano questi i più forti ed utilissimi per il principe, quando egli volesse introdurre parte di quelle gravezze che negli altri regni si usano, e son fatte ordinarie. Ma è veramente rara e maravigliosa in questa parte la libertà di quel regno, nessun altro al mondo, a mio giudizio, essendo manco gravato e più libero; perchè non solo non sono in essere , ma pur non si considerano gravezze di sorte alcuna, non di sale, non di vino, non di birra, non di macina, non di carne, non di far pane, nè di cose simili necessarie al vivere, che in tutti gli altri luoghi, e in Italia specialmente ed in Francia, sono di tanto maggior utile, quanto è più grande il numero dei sudditi che le consumano. Ma là indifferentemente ognuno, così nobile come popolare, di tutto quello che possiede ed alla giornata acquista, e di tutto quello che gli occorre, per li bisogni suoi del vestire e del vivere, di comprare e di vendere, è libero e totalmente esente, eccetto che in quelle cose che, per mercanzia e per traffico, alcuno fa entrare ed uscir fuori del regno, ed in quelle gravezze ordinarie, che di sopra ho narrato, assegnale a quelli che riconoscono beni dalla corona, le quali non toccano i popoli, ma i nobili solamente. Del resto con niuna altra cosa, per minima che sia, si riconosce il principe.