%6 2 paterna. Di queste entrate può venir al re da ducati quattrocento mila, e molto più forse per l’avvenire ne caverà. Ma siccome la prima sorte d’entrata è empia , cosi questa è grandemente dannosa. Circa i dazj e gabelle vi è poco da dire, perchè poche cose sono daziale, come sono lane , piombi, stagni, ei vini che entrano, c non arrivano alla somma di cento mila ducati. Questa, in somma, è l’entrata del re, che ascende a un milione e trecento in quattrocento mila ducati. La spesa veramente è grande. Prima è quella dei salariati della corte,e della casa del re, che ascende alla somma di dugento mila ducati, e dopo è una spesa di ventidue tavole di quei signori, che fanno tavola a spese del re, eh’è cosa superbissima da vedere il servizio e l’onorevolezza di quei che mangiano ogni di in corte: in questa spesa vanno cento ottanta mila ducati. Le sorelle del re, con gli aumenti dopo la morte del re, hanno fra tulle tre ’ diciotto mila ducati l’anno per il piatto loro. Solivi poi le guardie di diversi luoghi, e specialmente d’Irlanda e di Calais, gente pagata andando fuori di casa; e però in Irlanda le marine sono molto ben guardate, ed i luoghi principali, come Watcr-ford, Dublino, Cork, ed altri, dove il re tiene tre mila fanti , Ira archibugieri ed arcieri , oltre i cavalli, dove si spende da quullro mila ducali l’anno. Quivi è un viceré con cento marchi per lo piatto suo, che sono trecento scu- * Vere sorelle d’Odoardo VI erano due sole, Maria, nata di Caterina d’Aragona, e Elisabetta, naia d’Anna Bolena. Quindi o v’è errore d’ani a-nuense, o il Barbaro s’inganna, o intende per terza sorella l’infelice Giovanna Grey cugina d’Odoardo, designata poco dopo l’epoca di questa re-lagone rrodr della corono a pregiudizio di Maria e di Elisabetta; onore ch'ella, come è noto, pagò ben presto colla vita.