34o «lei tempo. E veramente fin da principio, quando egli venne in Inghilterra , procurò per ogni via che seguisse qualche sorte di appuntamento tra il re di Francia e suo padre , e restò malissimo contento che nell’abboc-camento di Calais, con l’intervento del Cardinal Polo e degli altri per parte della regina, l’imperatore non permettesse che seguisse una tregua , alla quale volentieri venivano fin d’allora i Francesi, si come otto mesi dopo vi venne poi anco l’imperatore con peggiori condizioni, persuaso dalla necessità , prevista molto innanzi dal principe; perchè col beneficio della tregua , sperava di potere, se non riaversi dai debiti , almanco non accrescerli, e sgravare in parte i popoli , e con qualche atto di gratitudine, li quali in tempo di guerra non si possono usare, sollevarli e consolarli, e facendosi vedere e conoscere quando in questa, quando in quella parte, attendere a stabilirsi, e mediante la giustizia e la religione, e quella sua cosi grande, non solo bontà, ma come dicono i latini, equanimità ( non si sapendo ancora, per dire per digressione questo, che abbia usato atto alcuno uè strano, nè insolente, non pur di fatto, ma di parole verso alcuno dei suoi sudditi, nè d’altri, per minimi che siano stati) non solo farsi amare, ma con le forze che ha, rispettare e temere. Questo era il fine ed intenzione sua principale, ed a questo attendeva ; ma ora che è tolta ogni speranza di accordo dopo rotte le tregue, persuaso ( come lui medesimo mi disse ultimamente in un ragionamento che tenne meco quando mi licenziai) di non poter più in modo alcuno fidarsi dei Francesi, se non mostra loro il viso, tali e cosi disonesti sono stati, secondo diceva , i termini da essi usali nel romper la tregua,