i3 tefe queste entrale impegnate eil alienate dall’avo suo Massimiliano, per il che, da quanto ho inteso, ha contratto grande malevolenza appresso quelli gentiluomini. La spesa sua ordinaria non è molla, perchè oltre la guardia della persona sua, e degli ufficiali suoi, pochi altri vivono a spese dell’arciduca, nè tien gente d’ armi ordinarie, nè fanteria; pur di cosl piccola entrata credo poco gli possa avanzare. Il modo del governo di questo paese, olire li giusdicenti, li quali si pongono in ciascheduna citlà, in Inspruch è un consiglio del contado di Tirolo, il quale ha grande giurisdizione e riputazione, talché molle fiale l’imperatore Massimiliano se ne è doluto con qualche suo intrinseco amico. Ma ora intendo che il serenissimo Ferdinando arciduca ha privato alcuni di quel consiglio, e cerca con ogni sua forza di abbassarlo. L’animo di tutto questo paese verso il suo signore arciduca non è molto ben disposto, sì per esser li loro costumi molto alieni dalli costumi ispani, nei quali è nutrito il prefato arciduca, e sì per il conte Salamanca secretano ispano, il quale può il lutto appresso Ferdinando. Sono pure informalo che non hanno affezione verso questa illustrissima repubblica per causa delle guerre passate, anzi che sono quasi lutti di pessima volontà. Questo stato tutto fu dato dalla cesarea maestà a Ferdinando suo fratello, benché per eredità vi avesse egli giurisdizione, con condizione però che inquanto al contado di Tirolo non si chiamasse se non governatore, finché ovvero Cesare avesse tolta la corona in Roma, ovvero fossero passati sette anni, benché poi, è già un anno, in Ispagna mi fosse detto che la cesarea tnae-