467 di dare aiuto al re Filippo, espedí un corriero in Francia al cardinale predetto , rinunziando alla capitolazione. Ma il cardinale non accettò, rispondendo che gli bisognava la commissione da sua maestà di poterlo fare. Il duca allora, senza intendere altra risoluzione del cardinale , mandò gli ajuti suoi contra sua maestà cristianissima , del che essa si è tenuta gravemente offesa. La regina anco si dimostra verso sua eccellenza quanto più può contraria, e non essendo il duca del proprio suo ramo, dà ogni favore a Ili fuorusciti, dimostrando desiderio che la patria sua ritorni in libertà. Ma avendo per il presente il re alienato l’animo dalle cose d’Italia, sua eccellenza resta in sicurtà. Il re è bensì in sospetto che il duca non disegni di levargli quelle piazze che restano in mano di sua maestà, essendo anco non così bene ad ordine, come saria bisogno; il che succedendo, non resterebbe altro a sua eccellenza per farsi padrone di tutta la Toscana, che aver Lucca, la quale non potrà fare molta resistenza per la debolezza delle forze sue, con che il duca conseguirebbe il fine del suo desiderio , il quale per comune opinione non è altro che farsi re di Toscana ; ed essendosi conosciuta sua eccellenza in tutto il proceder suo molto prudente e fortunata, deve meritamente dar occasione a tutti li principi d’Italia di considerare la grandezza e le forze sue. Similmente sua maestà è mal disposta verso il duca di Parma; perciocché dopo aver presa la protezione sua, dalla quale ebbe principio la presente guerra, e con le forze sue difesolo da papa Giulio, e dall’imperatore, e dopo avergli pagato sempre la guardia di Parma e degli altri suoi fanti, e similmente dato ricompensa alla duchessa sua moglie di quello che l’imperatore suo padre gli