86 ste sole condizioni ha ragionatoli pontefice e confirmalo l’imperatore, di ciò interrogato da noi, come che le altre l'ussero concordate. E in vero s’intendeva il re contentarsi di fare la restituzione delle terre e fortezze di Sa-voja e diHesdin, senza aver altro all’incontro che lo stato di Milano; nè delle altre cose delle capitolazioni di Madrid e Cambiai si sentiva muoversi difficoltà alcuna. In queste loro differenze furono proposti dal re quattro partiti. L’uno,che si concordassero tutte le controversie, cosi antiche come nuove, tra loro; del che però disse che, per la molti tudine e importanza loro, saria impossibile in così poco tempo concordarle. Il secondo, che parlandosi delle controversie nuove solo, che comprendono le differenze e difficoltà suddette, gli si desse di presente lo stato di Milano con l’investitura del secondo genito, che esso subito entreria nella lega contro il Turco, e assentirla al concilio, lasciando il re d’Inghilterra e i luterani (benché questo assenso al concilio disse di voler fare come principe cristianissimo e in grazia del papa, e non ad instanza dell’imperatore 1 ). Il terzo partito fu, che non si volendo dar lo stato di Milano di presente, ma in termine di tre anni, esso ancora si contentava di far la pace con questa condizione, perochè non voleva essere obbligato a restituire alcuna cosa, nè a contribuire alla guerra contra il Turco,nè a lasciare alcuna delle amicizie suddette, se non quando, o finito li tre anni, o nel mezzo di essi, gli fosse attualmente consegnato lo stalo di Milano libero. Per il quarto manteneva questa mede- 1 Sed dum in eo negotio ambitiose et astute nimis multi versantur y ac plus humanis consiliis in re quce ad Dei gloriam spectat > quam gratice divince tribuitur, grassanti separationis malo serius quam par fuit, adhibitum est remedium. (De Thou. I, 26.)