J 12 suo e il bisogno nostro; promettendo (1 accrescerli subito cbe potesse, e mandare il principe Boria con 1’ armata sua, tanto che suppleria alla tardanza passata con più studio e maggiori forze. In che ci ha sempre mostrato un animo affezionatissimo a questa repubblica , alla quale diceva, con parole espresse che parevano venir dal cuore, sentirsi molto obbligato, e però non essere per mancarle. Il medesimo ha dimostrato sempre al pontefice, e più volte ci ha parlato dei bisogni nostri presenti, sì come sua santità ci ha referito e attestato, che in effetto ci ha detto parergli che in lui non si potria desiderare disposizion migliore verso questo eccellentissimo dominio di quella che ha ; per il che, non solamente con noi, ma con sua santità ragionando di questa impresa contro il Turco, ha sempre dimostrato di muoversi non meno che per il suo proprio interesse: il che ci dimostrò specialmente quando prendemmo a Genova licenza da lui, nel discorso che fece di tal'impresa, nel quale parlò del bisogno nostro, e del benefizio grande cbe d'essa seguirla alla repubblica nostra; e ci impose che dovessimo riferire a vostra serenità, ch’ei si sentiva per le cose passate averle molt’obbligo, e che però non era per mancarle ai bisogni suoi, e massime ai presenti, che gli parevano comuni; e che, o guerra o tregua o pace ch'egli avesse col re di Francia, saria sempre unitissimo con lei.Dove ancora, perchè forse non restassimo con qualche su-spizione, per l'abboccarpento che si ragionava doversi fare tra lui e il re, passando da Marsiglia, ci disse, senza che noi l’interrogassimo, che il re l'aveva invitato a questo, offerendosi d'andare nella galera sua, e che esso per non dimostrare più diffidenza del re, che il re abbia di lui, non aveva voluto ricusar tal invito, e però Fave-