ifi^ diligenza e sollecitudine, massime in metter a cavallo la fatta, che io la giudicai che fosse per Italia, facendosi in quel luogo; e l’eccellenze vostre devono sapere, che di tutta quella artiglieria che venne mai di Francia in Italia, non ne ritornò mai indietro un solo pezzo, perchè la possono ben condurre per il Monginevra, e calarla giù con gli argani e con le corde, ma non la possono più ritornare, salvo se non la facessero in pezzi, e mandarla sopra le schiene de’muli. L’animo di sua maestà verso questo inclito stato avrei ardire d’aflìrmare esser forse molto migliore , che non era quello del re Francesco, perchè lui se ne teneva offeso in molte cose, se ben era il falso, e questo ha ancora sì poco avuto a fare con l’eccellenze vostre, che non può aver ricevuta alcuna offesa, anzi sole cortesie e onori, siccome meco se 11’è dimostrato grato. E ricercandosi pure da sua maestà cristianissima le eccellenze vostre per questa lega, e lamentandosi il contestabile che altre volte questo stato soleva pregar li Francesi, che gli venissero in favore, e ora che se gli offeriscono non si risponde pur una parola grata, è stato risposto a lui e a sua maestà cristianissima, e ad altri grandi, essi Francesi convenirsene sentir castigati , perchè quando da noi gli si offrì assistenza pel conquisto dello stato di Milano, che essi ci promisero Piacenza e Cremona, non solo non vollero dar Piacenza, ma pochi anni dappoi si attaccarono a Massimiliano imperatore con farci addosso la lega di Cambrai 1 ; e perchè quando uscito di prigione il re Francesco, che fu preso a Pavia, essendosi fatta lega con lui per ritornarlo, e ajutato a riacquista- 1 Del i5oc).