71 legno (per solito fatto con pali), ricoperto poi di argilla compatta, spesso accuratamente levigata e accomodata; il tetto è per solito di tegole, sostenuto da pali e molto sporgente. Misurano 7-8 metri di lunghezza per 4-5 di larghezza: oltre il pianterreno hanno un primo piano, cui si accede per una scala di legno ; la metà, di esso è occupato da un’unica stanza, col focolare, distante circa un metro da una delle pareti, priva di mobili, che serve da stanza da pranzo e da luogo di riposo per gli uomini. In ciascuna delle due pareti più lunghe della casa si apre una porta; quella davanti è talora sormontata da un piccolo balcone, sostenuto da pali (fig. 4) (1). I limiti dell’area entro cui prevale come tipo di dimora la casa di argilla possono assegnarsi abbastanza bene, in base ai dati raccolti nella nostra escursione. A nord infatti si trovano ancora piccoli villaggi con case in prevalenza di argilla o di terra nella valle del F. Darci a sud di Ca-vaja, ma in alcuni di essi, come a Malsij (Malaseni della carta austriaca), si osserva che le pareti delle case hanno già un rinforzo di pietre grezze; sulla destra dello Shcumbi i villaggi di Goasa, Eogoscina, ecc. han già case di pietra. Nei villaggi delle colline tra Pekini e Ljushna (Garujas, Matiai, ecc.) la casa di argilla si alterna con quella di pietra. Nella valle del Semeni a monte del confluente col Devòl prevale la casa di pietra. A sud invece il dominio della casa di argilla si estende fino alla laguna di Arta: i villaggi di Mifoli, Scrofotina, Cercovina, Oshtima constano ancora di case di argilla, col tetto solitamente di paglia, anziché di tegole; ma Panagià, poco più a sud, è formata di case costruite con la selenite, che affiora nei dintorni. In base a questi e ad altri dati si è indicato approssimativamente il limite della casa di argilla come tipo prevalente di dimora, neU’annessa cartina. Da essa si rileva insomma che questo tipo prevale in pianura, ove manca la pietra, e scompare di solito sulle prime propaggini delle colline interne. Il suo perpetuarsi è dovuto sia al fatto che probabilmente nella zona pianeggiante la piovosità non è molto abbondante, e i mesi molto piovosi non sono che quattro o cinque, sia al fatto che una parte notevole degli abitanti della Musakia ha abitudini nomadiche. Effettivamente parecchie delle costruzioni, isolate o riunite in piccoli gruppi, di questa zona di pianura, rappresentano abitazioni temporanee, dacché la Musakia è il luogo dove passano abitualmente i mesi invernali i pastori delle montagne albanesi dell’interno, p. es., del gruppo del Tomor e delle montagne di Corizza, ed anche in parte quelli dei M. Grammos e del Pindo. Esiste dunque qui, come nell’Appennino centrale, una forma di fran- ti) Cfr. per questa descrizione anche Hahn, Op. cit., pp. 73-74.