78 ravvicinate e costruite in pietra. Veramente la pietra non domina esclusiva; in alcuni paesi si alternano alle case di mura a secco, assai ben costruite di solito, ma senza intonaco e con tetto di embrici, più semplici capanne di frasche o di canne, talora rivestite di un intonaco di argilla. Così accade pei villaggi della valle della Viossa, in quelli dei Malacastra, della valle della Janizza, e più a nord, in quelli delle colline sulla sinistra del basso Devòl. Ad esempio i villaggi di Eomsi e Eessulé sulla sinistra della Viossa, compresi nei limiti della concessione mineraria francese, sono tutti in pietra, mentre la vicina Selenizza è un villaggio di capanne, il che è dovuto probabilmente all’essere essa abitata esclusivamente da Cutzovalacchi, che, pur lavorando nelle miniere, han conservato abitudini nomadiche. La pietra prevale nella valle della Janizza (Arositani, Le-vani, Metohi, Signa); sulla destra del basso Devòl invece si trovano villaggi notevoli composti di capanne con pochi edifici in pietra, come Po-lovin e Frasceri; nelle colline tra Pekini e Ljushna le costruzioni in pietra si alternano, come già fu detto, con quelle in argilla cruda; ma quanto più ci si allontana dalla pianura o dai fondi di valle, tanto più domina la pietra; essa prevale ad es. in tutta la valle dello Shcumbi. I villaggi sono di solito piccoli, di 10-30 case al più; i maggiori constano di tre, quattro o più gruppi di case assai divisi, quasi piccole associazioni di villaggi, talora di nazionalità o religione differente. Così Armèni (400 ab. circa) consta di quattro o cinque gruppi, sparsi fra 100 e 150 m. su un dosso tra la Sucizza e la Viossa; un gruppo è abitato da Cutzovalacchi. Signa (350-400 ab.) è composta di sei o sette gruppetti di case in pietra (fig. 10) con tetto fatto di tegole o di lastre arenacee; ogni gruppo è di solito ricinto da un muro, che racchiude, oltre le case, anche spazi con alberi da frutto e ortaglie. Più a NE Goljani ha lo stesso tipo. Questi villaggi composti di tanti gruppi minori si trovano anche più a sud; a questo tipo appartiene anche il centro più grosso di Cànina, che domina da un’altura assai ripida (380 m.) la baia di Valona. Infatti, a sud-ovest del castello o borgo murato, oggi in gran rovina, che si erge in cuna al colle, sono cinque o sei gruppi di case, tutte in pietra,per lo più senza intonaco, in parte cadenti o abbandonate; se ne contano in tutto forse 350 o 400, onde al borgo può ascriversi una popolazione di circa 2000 ab. (1). Anche più a SE, nell’alta valle della Sucizza, i villaggi mag- (1)1 residui di costruzioni elleniche, accennati dal Leake (Op. cit., I, pag. 3) non sembra esistano (Patsch. Scritto cit., coll. 20-23). Cànina è però ricordata già da scrittori bizantini (Anna Comn., I, p. 34) e nel Medio Evo ebbe importanza nelle lotte tra gli Angioini e Bisanzio e anche nel periodo della dominazione serba. Ancora nel 1690 fu teatro di un aspro assalto da parte dei Veneziani, la cui flotta, comandata da Girolamo Cornaro, aveva approdato a Saseno, Canina fu occupata, e poscia, ma solo per breve tempo, anche Valona. L’episodio è narrato diffusamente dal Graziano, Hist. Venet., Lib. XX.