27 reni dell’interessante regione, il cui studio fu assai facilitato da una relativa frequenza di fossili nei livelli più alti della formazione. Ecco come si presenta la serie, procedendo dal livello più antico al più recente : 1. Marne scistose con filoni di bitume. 2. Argilla con ammassi di bitume e con fossili marini mal conservati (Gonus pyrula Br.) potenza 60 m. 3. Conglomerati con intercalazioni di ghiaie; potenza 20 m. 4. Sabbie gialle senza fossili. 5. Sabbia giallo chiara, molto fina, zeppa di Cerithmm rubigino-sum, Cerithium dertonense May-Eym. var. Potámides, nodosoplicatus, Gardium edule var. umbonata, C. edule var. Lamarcki, ecc. I livelli 4 e 5 raggiungono la potenza massima di 36 m. II livello 5 appartiene senza dubbio al Pliocene, come verme già dimostrato dal Coqtjand e dal Simonelli, e con tutta probabilità è da riferirsi al Pliocene superiore (Astiano). I livelli sottostanti dovrebbero quindi rappresentare il pliocene inferiore e infatti le argille del n. 2 con Gonus pyrula ricordano molto le argille che nella serie stratigrafica abbiamo riferito al piacenziano. Le nostre conclusioni sull’età del giacimento bituminoso di Selenizza collimano quindi compieta-mente colle vedute già esposte molti anni or sono dal Coquand, il quale sostenne il parallelismo della serie di Selenizza col piano sub-appennino. Per dare meglio un’idea delle condizioni del giacimento, Selenizza 1 = Manie scistose attraversate da filoni di bitume. 2 ss Argilla con ainmasni bituminosi. 3 ss Conglomerati con intercalazioni ghiaiose. 4 * Sabbie gialle. 5 * Sabbie giallo-chiare ricche di conchiglie. riproduciamo uno schizzo stratigrafico dedotto dai rilevamenti gentilmente favoritici dallo stesso ing. Bernard. I conglomerati di Armeni tornano ad affiorare sulla riva destra della Vios8a, con debole pendenza verso W e ricoprono poi delle arenarie e marne nulliporiche. A un certo punto però affiora improvvisa-