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circa 1200 chilometri quadrati, sono annualmente coltivati a piunte erbacee, in grandissima maggioranza granone; ora, sapendo che un paio di bovi basta per tanta terra che dà 12 giornate di semina di granone (dit miser) ciascuna di due verten e quindi un totale di 24 verten pari a circa ettari 4, se ne deduce che alla estensione coltivata sopraddetta corrisponde una popolazione di soli bovini da lavoro di circa 60,000 capi. Dobbiamo aggiungere adesso gli animali da reddito e in accrescimento i quali noi stimiamo quattro volte quelli da lavoro, deducendo quindi una popolazione totale di 300,000 capi.
     Questa proporzione non è affatto arbitraria; la si rileva in alcuni latifondi, come, ad esempio, nel ciflik di Massar Bej Toptani, Bilonj, ove a una superficie coltivata di 250 ettari corrisponde uni» popola-
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zione bovina di 500 capi circa di cui 125 da lavoro e 375 da reddito. Vero è che in altri ciflik tale proporzione non si osserva, ma fa duopo tener anche conto del bestiame bovino che a solo scopo di reddito si alleva insieme agli ovini, specie in montagna. Gli allevamenti che svernano in Musakia, ci ha detto Gali Pascià di Fieri, sono costituiti per un decimo da animali bovini.
    L’allevamento degh ovini si svolge notevolmente in montagna, donde a metà autunno scendono nelle pianure costiere o nelle vallate riparate per passare l’inverno. Non mancano in questi luoghi di svernamento piccoli allevamenti stabili, come abbiamo visto noi nell’agosto e nel settembre del 1913, quando ancora non era cominciato la transumanza, nei dintorni di Durazzo, nel ciflik di Essad Pascià, e negli altri visitati nei territori di Tirana e di Kroja e in Musakia. Le figure 2 e 3 ritraggono appunto due allevamenti stabili, i quali in genere, sono
       6	— Studi agrologiei.