f 547 Jl ele mette ingran [ol~ lecitudinei Vinetiani per le cofe proprie. X>iver¡e pro-vifioni fatte. Sollecitati ad unirfi col Pontrjice , & col %e di Francia. Vegganfi fu quepo pro-f ojito due Orazioní/ft Monf. del!? Cafa flam-pate m Lio-re , e un ¡te alie Prole FiorStine > Vol.I.Part. 11. In Firg-ze , 1716. in'S. 198 DELL’ HISTORIA s’i'ntendefie la volontà di lui , la quale fapeva eifer buo* na, amica del giufto, & dell’honefto . Nondimeno di-verfamente facevano credere le fue operationi, poiché nel tnedefimo tempo faceva continuare la fabrica della fortezza principiata dal Duca; havevaobligato i popoli, & i nobili a giurare a Gefare fedeltà; & tenendo occupati molti cartelli, attendeva a fortificarli, & faceva apparecchio d’aifediare la città di Parma; lamentandoli indarno Ottavio, che a lui genero dell’ Imperatore fuife fatta così grande ingiuria. Quefto moto ftimato veramente importante, haveva rif-vegliati i Vinetiani a maggiore provinone per la difefa delle cofe proprie ; però havevano creato loro Proveditore Generale in Terra ferma Stefano Tiepolo, perche con la fuprema auttorità del magiftrato poteife porre buoni ordini alla lor militia , rivedere le fortezze dello fiato , & con celerità provedere di quanto fuife fiato bifogno . Havevano ancora richiamato nel loro fiato il Duca d’ Urbino, Governator Generale dell’armi della Republica, il quale a quefto tempo era andato a Roma per occalìone delle fue nozze già prima conchiufe in Virginia , fiata figliuola del Duca Pier Luigi Farnefe. Et ad Antonio da Cafiello, ch’era agli ftipendii della Republica con carico di Capitano dell’ artigliarla , huomo di molto credito , fu commandato, eh’ entrafle nella città di Brefcia , ove con le genti del paefe fuife accrefciuto 1’ ordinario prefi dio ; & l’ifteifo fi fece a Verona, ove fubito erafi trasferito il Proveditor Generale , & così in ogni altro luogo più importante fi vigilava con maggiore diligenza alla cu-ftodia. E veramente pareva, che ogni cofa fuife piena d’ infidie, & di fofpetti . Stando dunque le cofe in quefio ftato , il Pontefice, & il Rè di Francia non celiavano di tentare 1’ animo de Vinetiani, & gl’ invitavano a non tardare più a dichiararti, Se a non volere afpettare di dare al male imminente rimedio, quando non ne fuife più fta* to capace , ma che a tutti gl’ Italiani convenifle correre unafteifa forte con la totale ruina , & perdita del do-