67 aumenta la potenza del torchio. Negli oleifici di Valona, ove si adoperano presse idrauliche, le torri dopo una pressione di 10 minuti vengono disfatte, la pasta è inumidita con acqua calda e si toma a premere per altri 10 minuti. I due oli si tengono separati. A Kroja la pasta, a mano a mano che si mette nei fiscoli, viene trattata con acqua calda e poi sottoposta a una sola pressione; a Tufina infine di regola non si usa acqua calda; solamente nelle giornate fredde se ne aggiunge un po’. È facile immaginare che qualità di olio si ottiene con un simile procedimento di estrazione. Basta la sola pratica della fermentazione delle oh ve, per guastare l’olio, senza dire poi delle altre pure importanti condizioni, quale la pulizia degli attrezzi. Da una macina di 4 kiassè di olive si ottengono 23-28-30 oke di oho, ossia il 13-16 % in volume. La resa per altro dipende dalla varietà dell’olive. A Kroja, ad esempio, da una macina di 4 kiassè si hanno le seguenti rese medie; varietà Krup 23-25 oke di olio; varietà Bart 27 oke di oho; varietà Frane 27-28 oke di oho. La sansa nei luoghi marittimi di commercio è venduta a incettatori italiani che la trasportano in Itaha per l’estrazione col solfuro di carbonio dell’olio residuo. In alcuni anni si fanno buoni prezzi, come nel 1912 che a Valona fu venduta a L. 3.80, posta nell’oleificio. Nei luoghi interni ha un’utilizzazione meno redditiva: o è venduta a 4-5 parà l’ok'i ai fornai come sostanza da bruciare ovvero è data ai polli mescolata con farina. Chi va a molile nell’oleificio altrui la cede a questo gratuitamente e non manca qualche padrone speculatore che conserva tutta la sansa per rimohrla poi con comodo e ricavarne discreta quantità di olio. Coloro che moliscono in oleifici altrui pagano un prezzo che varia da paese a paese. A Valona, ove son parecchi gli oleifici, lasciano per ogni macina di 5 kiassè un’oka di oho che si preleva dal primo torchiato e dalla cima; a Berat invece il prezzo aumenta, e paga un’oka di olio per ogni 4 kiassè chi mette da sè l’equino che deve muovere la macina, mentre chi non lo porta lascia 3-4 oke di olio; a Kroja infine si paga il 4 per cento deh’olio, ossia poco più di un’oka per ogni macina di 4 kiassè mettendo il proprietario delle olive l’equino. Vite. — Abbiamo precedentemente rilevato la poca importanza di questa coltura che adesso è addirittura sporadica. Noi l’abbiamo potuta esaminare a Krionero, nei pressi di Valona, e nei dintorni di Scutari, Nella prima contrada una sola varietà pare che sia del luogo, o meglio che vi esista da tempo antico. È a portamento poco vigoroso,