VI. Conclusioni Da quanto abbiamo avuto occasione di esporre, la regione Albanese da noi percorsa risulta di una serie di tei reni che vanno dal Giu-rese superiore al Quaternario. Tutti questi terreni hanno caratteri normali, rispondono cioè, per facies litologica e faunistica, a quelli contemporanei dell’Appennino centrale e meridionale. Specialmente interessanti per il loro sviluppo e per la frequenza dei fossili sono i sedimenti del Pontico ed altrettanto quelli del Pliocene, il quale presenta nettamente distinti i due tipici livelli delle marne azzurre e delle sabbie gialle. Dal punto di vista tettonico la regione si può considerare costituita di tre zone, alle quali corrispondono tre gruppi di catene montuose. La zona più interna, da noi esplorata soltanto in piccola parte, comprende le cosidette Alpi Albanesi e risponde ad un fascio di pieghe dirette da N W a S E, talvolta rovesciate verso l’Adriatico, come si osserva ad esempio nella catena che decorre da Kroia ad Elbassan. Per modificazioni graduali, si passa dalla zona interna a quella media, costituita da una serie di lunghi ellissoidi, pure allineati da NW a SE e tanto più depressi e male definiti quanto più ci avviciniamo alla spiaggia in direzione della Muzakja. La terza zona tettonica è rappresentata dagli Acrocerauni che costituiscono l’estremo settentrionale della catena Joniea. Mentre nelle due zone laterali, l’una interna (Alpi Albanesi) e l’altra esterna (catena Jonica), hanno predominante sviluppo i terreni mesozoici, in quella di mezzo (degli ellissoidi) predominano invece di gran lunga i teneni terziari e specialmente il Flvsch, attraverso al quale sporgono qua e là i dorsi cretacei. Ma dove la catena esterna (Jonica) va progressivamente abbassandosi fino ad elidersi nell’estremo Capo Linguetta, anche la corrispondente zona intermedia degli ellissoidi diventa più depressa, assai meno ondulata e cominciano ad assumere largo sviluppo i materiali pontici e pliocenici. Questi terreni pontici e pliocenici sono stati naturalmente dislocati in un’epoca assai posteriore a quella alla quale si devono le grandi pieghe interessanti il Flvsch ed il Mezosoico, pieghe che formano le direttrici tettoniche di tutta la regione. Alla regressione pontica, du-