120 voraie insieme e minore è la parte di sforzo che si utilizza per capo, tanto che con un attacco di quattro paia si utilizza soltanto poco meno della metà della forza di ogni singolo bue. Il problema zootecnico per i bovini dunque comprende in Albania anche il seguente obbietto: aumentare convenientemente la mole degli animali, ed egli è per questo che qualcuno ha tentato addirittura la sostituzione della razza. Noi abbiamo visto nei dintorni di Dnrazzo dei buoi italiani di razza pugliese, ma veramente non ci sentiamo portati a incoraggiare un tal fatto. Se il clima non costituisce un ostacolo, perchè meno arido di quello delle nostre Puglie, al contrario non si può essere sicuri che la diversa composiziono del pascolo non abbia influenza malefica sulla razza importata. Si potrebbe ovviare a ciò con periodiche importazioni, ma con ciò si rende più diffìcile il problema; e poi data la esigenza del lavoro, che è condizione generale di tutta l’agricoltura, basta enunciare la conseguenza per rilevare come questa non sia via da seguire. Infatti: è possibile in tutti i poderi albanesi sostituire la razza locale con quella pugliese sia per le condizioni economiche che per l’utilizza-zione degli animali? No e allora il fatto rimane solo un esempio, possibile e conveniente in un podere ove Topera dell’uomo ha indotto una ricca produzione di nutritivi foraggi, non nella generalità dei poderi ove c’è da far valere una grande estensione di terreno spontaneamente produttivo. Bisogna battere la nota via della selezione e dell’incrocio: ma la selezione, sarebbe lunga e faticosa: noi, non le formo vorremmo purificare, ma aumentare la massa e quindi bisognerebbe dapprima stimolare il tipo, da tempo immemorabile fissato in quelle dimensioni, alla variazione mercè una scelta alimentazione e poi fissare le volute variazioni con la scelta dei riproduttori. Via lunga dunque, che richiede intelligenza non comune, mentre più sollecito sarebbe il miglioramento con l’incrocio, qualora si trovasse una razza che per somiglianza di conformaziono e attitudini economiche fosse affine alla razza albanese. Orbene noi riteniamo che appunto una simile razza si riscontri in quella alpina, la quale ha anche il pregio di una certa rusticità, tanto che ha dato discreti risultati in Sardegna, ove l’allevamento bovino non differisce di molto e non sempre in meglio da quello albanese. Al miglioramento non soltanto per la via della riproduzione si deve tendere, ma anche con le cure di allevamento; e qui valga per i bovini quello che si è detto per i cavalli: anche per essi sarebbero utilissime le tettoie riparate, il governo della mano che noi riteniamo si possa o-vunque adottare e infine la costituzione di riserve foraggere. I prati artificiali di leguminose costituiscono lino dei cardini principali del miglioramento, e i bovini migliorati troverebbero negli alimenti consumati nel loro ricovero un compenso all’abbondante ma povero pascolo.