50 La semina del granturco avviene da aprile a giugno. Quella di aprile non è comune: solo nei terreni sani la si eseguisce, mentre il periodo in cui ferve il lavoro di semina è il maggio. In giugno si semina nei terreni molto umidi, come son quelli della Musakia. Al granone spesso si consociano zucche, fagioli, dolichi. Nel cifiik Retili si dà la preferenza ai dolichi perchè i fagioli sono danneggiati da un insetto. La semina quasi ovunque si fa a righe nel solco dell’aratro. La semina a spaglio l’abbiamo notata soltanto nel ciflik Bilognj di Massar Bej Toptani, negli altri invece abbiamo sempre visto semine e righe. Il lavoro di semina ha relazione coi precedenti lavori: se questi sono stati ripetuti e fatti con diligenza, così che il terreno sia bene sminuzzato, si semina in tutti i solchi i quali sono tracciati a quella distanza che la varietà richiede; se invece il terreno non è stato bene preparato, è necessità smuovere tutto lo strato coltivato e allora si semina in un solco e in uno o due altri no. La distanza delle piante varia con la varietà del granturco e la fertilità del terreno. In Musakia, ove si semina in uno ogni due solchi e le piante raggiungono oltre 2 m. di altezza, il granturco suol mettersi a 60 centimetri tra riga e riga e a 35 centimetri sulla riga. Il lavoro di semina è completato da un lavoro di spianamento. Si impiegano in media 4 oke e % di seme a verten, la qual cosa dà un rapporto a ettaro di 35-40 chilogrammi. Le cure durante la vegetazione del granturco sono ben poca cosa: ima sola zappatura quando le piante hanno 40-50 centimetri di altezza, e nel mentre si zappa si dirada. Solo a Tufina, nei pressi di Tirana, ci fu riferito che qualche agricoltore in via eccezionale dava due zappature. Quando si dispone di acqua si irriga due o tre volte. La cimatura non è comune; anzi di regola non si pratica, e chi cima lo fa per aver del mangime per gli animali bovini. La raccolta si eseguisce estirpando le piante e disponendole a mucchi perchè si essicchino. Ad essiccazione raggiunta si raccolgono le spighe, le quali nella Ghegheria (Albania centrale) sono conservate con tutte le spate in costruzioni di legno all’aperto, altrove descritte, e poi durante l’inverno sgranate o a mano o per mezzo del bastone su appositi graticci; mentre n^la Tosclieria (Albania meridionale) sono sgranate subito dopo la raccolta sull'aia con la battitura, come abbiamo visto nel ciflik Mifoli e lungo il viaggio da Valona a Berat e a Elbassan. La determinazione della produzione media in ragione di ettaro non ci è riuscita facile impresa per la discordanza dei dati e l’incer-