112 vengono riuniti e custoditi durante la notte; e per altro essi sono esposti, a seconda delle stagioni, al caldo, alle piogge, ai freddi, la qual cosa, se vale a rendere e a mantenere più rustica la razza, non contribuisce di certo alla più alta produttività dell’allevamento. Come per le specie equine e boviDe, di cui si è detto nelle pagine precedenti, anche per gli ovini non si cura gran fatto il miglioramento degh animali per mezzo della riproduzione. Non diciamo degli incroci, giacché fino a tanto non è ancora pervenuta la mente del pastore albanese, ma neppure la selezione è eseguita. La razza si mantiene in quello stato in cui l’ambiente naturale l’ha portata. Il pascolo rappresenta la sola cura della pastorizia albanese, ma per esso ben poco l’uomo può fare, e soltanto andarlo a cercare là dove si trova. Il resto dipende dalle vicende della stagione. Piove a tempo e a sufficienza, e il pascolo é abbondante così da poter bene alimentare tutti gli animali; corre siccitosa la stagione, e allora la penuria si fa sentire. La transumanza pare che non abbia influenza sensibile sullo sviluppo della razza. Nessuna differenza si nota tra i capi degli allevamenti transumanti e quelli di allevamenti stabili, mentre generalmente i primi sono di costituzione scheletrica più meschina. Ciò forse è dovuto al modo in cui gli allevamenti passano dal piano al monte e viceversa. Non è la transumanza faticosa di gregge che attraversando contrade fertili e tutte in coltura debbono andare a tappe obbligate, ma è la transumanza inavvertita di animali che dovendo andare per luoghi incolti continui, quasi pascolando passano da un luogo all’altro. Occorrerà tempo maggiore, più lungo sarà il periodo della transumanza, ma meno ne risentiranno gli animali. Gli allevamenti albanesi non trovano davvero l’erba a prezzi elevati. Nell’autunno inoltrato essi si riversano nelle zone costiere e nelle pianure e a seconda le consuetudini o convengono un prezzo per un dato pascolo e per un dato periodo di tempo; ovvero un prezzo a ragione di capo da far pascolare durante un dato periodo in un ciflik. Naturalmente il prezzo varia anche a seconda la ricerca che si ha dei pascoli: i prezzi più elevati noi li abbiamo trovati in Musakia ove un capo paga dieci piastre pari a lire 2.10 per il pascolo di 6 mesi, da novembre ad aprile; prezzi minori invece abbiamo trovati altrove, nel ciflik Kulla, ad esempio, ove per un pascolo sufficiente per 1000 pecore si paga in media 70 napoleoni pari a lire 140: nel ciflik Sukthi di Hamid Bej, ove per 900 pecore si pagano in media 70 napoleoni, ossia circa lire 1.60 a capo; nel ciflik Mifoli ove per 900 pecore e 130 equini e 30 vacche si pagano lire 2000. Insomma se noi vogliamo riferire in tutti