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infatti che gruppi di capanne, come Dautai, e ciffik isolati fra gruppi di alberi. Nella parte settentrionale della pianura è però sorto il grosso centro di Cavaja, cui si attribuiscono circa 5000 ab. (1); è formato da quattro o cinque lunghe strade fiancheggiate da case basse, parte in pietra, parte in mattoni crudi, specialmente nel sobborgo che si allunga a NE verso la marina (2).
    La bassa valle del Semeni può del pari considerarsi come un’appendice della Musakia, sebbene se ne differenzi per alcuni caratteri, anche nei riguardi delle culture. Sul fondo piatto predominano ancora
i	campi di mais, ma al margine delle colline appaiono uliveti e campi di grano; l’acqua del fiume, abbondante anche in estate, è qua e là derivata in piccoli canali per uso irrigatorio. Sul largo terrazzo fluviale si allineano bei ciflik, composti di tre o quattro edifici, ormai tutti in pietra. Centri notevoli mancano in questa parte della vallata, ma poco più a monte, dove il corso del fiume è strozzato in una caratteristica gola a V tra due rilievi calcarei, è sorta la città di Beràt. La situazione favorevole, che ne ha creato uno dei maggiori centri dell’Albania interna, è dovuta appunto all’esistenza delle due alture calcaree che precipitano con fianchi ripidi sul fiume, chiudendone il letto in ima stretta angusta, ove esso è sormontato da un bel ponte, uno dei pochi dell’Albania centrale; più a monte la valle si allarga di nuovo fra molli colline terziarie. Sull’altura a destra del fiume, circondato da questo a sud e a ovest, sorge un borgo murato, sormontato da un vecchio castello in parte diroccato; al piede meridionale dell’altura, lungo il fiume, è il quartiere principale musulmano (Cassabà), caratteristico per gli edifizì bassi, bianchi, con la parete volta a mezzogiorno interamente forata da grandi finestre (fig. 6); vasti sobborghi — detti Vakùf — si allungano ad est sulle colline eoceniche (fig. 7); sulla sinistra del fiume, ai piedi dell’altura calcarea fronteggiante la Cassabà, è il quartiere greco-ortodosso (Gorizza); infine un sobborgo più recente sta sorgendo a N W, sulla destra del Semeni, in piano allo sbocco della gola. Così la città consta in sostanza di quattro nuclei assai ben distinti; tutta insieme conta 10.500 o 11.000 ab., in parte maggiore albanesi musulmani, poi greco-ortodossi, zingari e cutzovalacchi (3). Sebbene i resti
     (1)	Lo Hahn (Op. cit., pp. 77-78) contava un migliaio di case turche e 150 greche.
     (2)	Cavaja ha una moschea e una chiesa ortodossa, il che attesta la popolazione mista. Centri ortodossi sono anche nei dintorni. Cfr. Hahn, pag. 133.
    (3)	Il governatore di Berat mi comunicò che il numero degli ab., chfe si calcolava a 12,000 prima dell’ultima guerra, poteva stimarsi disceso ora a 10,500. Baldacci (Ptypol. dell’Epiro, già cit.) dà 9832 ab. Patsch (Op. cit., col. 129) dà 10,000 ab. La cifra di 15,000 ab. data da altri (cnfr. ad es. Galanti, Op. cit., loc. cit.) è perciò da ritenersi esagerata.