83 territorio di Kroja, ad esempio, in parte pietroso, e ove il pascolo di collina è essenzialmente arbustivo, le capre predominano sulle pecore. Per fissare una proporzione si può ritenere che un allevamento di 75 capi sia costituito da 5 bovini, 20 arietini © 50 caprini. La popolazione degli ovini si sarebbe potuta dedurre dalla imposta che su di essi percepiva la Turchia, in ragione di capo, maggiore di una età fissata. Mentre equini e bovini erano esenti da qualsiasi imposizione, gli ovini, forse perchè considerati vera ricchezza diffusa, pagavano quattro piastre e mezzo per capo di oltre un anno di età. Evidentemente dall’importo della imposta si sarebbe potuto risalire alla popolazione, sempre però approssimativamente e ottenendo una cifra inferiore alla vera, giacché è noto, e noi ne abbiamo avuto conferma sul luogo, con quali criteri la Turchia applicava le imposte. Se non che non ci è stato possibile conoscere questo dato preciso: soltanto per il Sangiaccato di Elbassan abbiamo potuto assumerlo, e da questa conoscenza, data l’uniformità delle industrie pastorale e agricola, dato che il Sangiaccato suddetto comprende terreni pianeggianti e montuosi, noi possiamo risalire alla popolazione totale. L’importo per la circoscrizione sopraddetta, determinata sulla carta dello Stato Maggiore austriaco dell’estensione di chilometri quadrati 3200 circa, è di piastre 766,305, quindi relativa a una popolazione di 170,290 capi. Assumendo la stessa densità per l’intera Regione, che così com’è ristretta adesso, noi stimiamo da 28,000 a 30,000 chilometri quadrati, si ottiene una popolazione totale di 1,530,000 capi di oltre un anno di età. Infine diremo che i suini non mancano in Albania ma che sono in numero limitatissimo: pochissime migliaia addirittura. Ciò è dovuto al fatto che i musulmani, in omaggio alla loro legge religiosa, non consumano carne di maiale, di cui si cibano soltanto i cristiani. L’allevamento suino poi, nella zona del grande possesso, in collina cioè e in pianura ove si stendono i ciflik, è ostacolato anche presso i cristiani dai proprietari, generalmente musulmani e Bej, i quali sotto pretesto dei danni che gh animali possono arrecare alle colture ne limitano o proprio ne proibiscono il mantenimento. Dai dati numerici dedotti intorno alla popolazione del bestiame, in considerazione della loro larga approssimazione, noi non tragghiamo alcuna conseguenza statistica, nè sulla densità media per chilometro quadrato, nè sul rapporto colla popolazione umana: sarebbe come fabbricare un castello sopra malsicure fondazioni; noi soltanto abbiamo tentato accertare e quindi dimostrare, con dati che hanno sempre un certo valore relativo, quella che era solo un’impressione riportata