96 lità di carne. Abbiamo detto che il peso di un bovino adulto varia da 150 a 200 chilogrammi; ora questo peso si riduce a meno del 45 % per il notevole sviluppo della testa, degli arti e delle altre parti che si tolgono. L’accrescimento è tardivo: il giovane bovino notato sul mercato di Shijak di cui si è detto sopra, dall’apparenza di un vitello, mentre era un giovenco di tre anni, aveva tale meschino sviluppo che il suo peso vivo si stimava appena 70-80 chilogrammi. Il prezzo che ne chiedeva il venditore era di 40 lire italiane appena, ma un compratore non volle offrire più di trenta. Lo sviluppo delle singole parti del corpo avanti rilevate sono prova della poca attitudine della razza alla carne. Il tronco anzitutto è corto, e di esso è molto sviluppato il secondo rettangolo mentre è nel treno anteriore e in quello posteriore che sono le maggiori masse muscolari che dànno elevato rendimento di buona carne. La carne infine non si è mostrata di buona qualità al gusto: le fibre son tenaci, filamentose, il grasso poco gustoso. Il rendimento del latte è anche meno notevole di quello della carne: una giovane vacca dà in media appena un’oka di latte al giorno, poco meno cioè di un litro e mezzo e una adulta ne dà appena due oke pari a poco meno di tre litri, come ci fu dato rilevare nei piccoli allevamenti in stabulazione che si conducono attorno a Durazzo. Son dunque 600 litri di latte in media che si ottengono da una vacca adulta, produzione che non si ottiene affatto nei poderi ove gli animali son tenuti in semi-stabulazione. In queste condizioni, ci si è detto in Musakia, ove l’ali-mentazione è migliore che altrove, la produzione media è di oke 1 e mezzo cioè circa due litri ove il pascolo è buono, e addirittura mezza oka ove è scadente. Tutt’al più dunque si ottengono in tah condizioni di allevamento, che son generali, 400 o poco più litri di latte all’anno: ben pochi invero anche in rapporto alla piccola taglia. E qui risalta la giustezza dell’osservazione fatta precedentemente intorno all’utilizzazione del latte. Con una resa sì piccola bisogna che si nutrisca il vitello e che si ottengano i latticini: l’uomo naturalmente prende per sè più del ragionevole, e la razza non migliora punto. Dovremmo adesso far cenno dell’utilizzazione dei bovini bufalini. Non insisteremo sul concetto, di per sè molto chiaro, dell’importanza di tali animali nei luoghi pantanosi, i quali tanta parte sono delle coste albanesi: diremo invece che i bufali oltre che nei luoghi paludosi trovano posto anche nelle zone più o meno sane dove non difettano gli allevamenti taurini. Ciò perchè la loro principale se non unica utilizzazione è di sostituire i bovini taurini in tutti i lavori pesanti nei quali questi si