362 ime pratiche degli sta ti dell’imperatore, noli daranno gli aiuti promessi, e obbligati al langravio (d’Assia) e all’elettore (di Sassonia)capi della lega 1 ; che luterani non hanno capitani; che la gente tedesca sola non è buona, se non per fare determinatamente una giornata, la quale fuggirà l’imperatore, ma tenterà e cercherà con la cavalle* ria leggiera, e con la fanteria italiana (la quale è atta ad ogni esercizio di guerra) di sloggiare, faticare, ed annichilare l’esercito loro. Altri son di parere,e veramente dicono, che non fu mai deliberata guerra più pericolosa per l’imperatore e per tutta la cristianità, e particolarmente per tutta Italia che questa. E le ragioni ch’eglino adducono sono queste, che l’imperatore o comincerà a vincere o perdere, o nè vincerà nè perderà: nelli due casi, o dall’incominciare a perdere o non perdere nè •vincere, dicono, e con buona ragione, che non avendo potuto nel primo impeto far altro, continuando la guerra sempre potrà sperar di far meno o di non far nulla: che incominciando a vincere, o cercherà di accordarsi o di seguir la vittoria; che accordandosi tutto quello che gli fusse promesso per cagione della religione (che per altro non si fa la guerra) sarebbe osservato finché l’imperatore sarà in Germania con l’esercito in campo ed ordinato, e che partito, subito, non si osserverà più cosa alcuna; e cosi nei primi termini si sarebbe, che si è ora, con aver fatto cosi infinito dispendio, e mosso cosi numeroso esercito contro di loro; o, volendo continuare l’impresa, vi è da aspettare tosto i Turchi a danni suoi e del fratello e per terra e per mare, perchè allora 1 In ciò più specialmente dissero il vero, perchè appena entrato in campo rimperatore, Ulma, Augusta, Francfort, Strasburgo ed altri tali luoghi si misero a discrezione di lui.