334 slato sempre alle spalle. E quando fusse successa l’impresa felicemente d’entrare in Parigi, dicevano molti non essere alcuna più certa ruina all’ esercito di Cesare di quella. Perchè la gente occupata ed intenta nella preda e nel saccheggiare, o si saria sbandata e disfatta tutta da sè stessa, o saria stata rotta trovandosi già di minori forze che non erano quelle che aveva il re in effetto. E però non si potendo o non si volendo combattere, e sendo cosa mal sicura l'entrare in Parigi o in altra città ricca e d'importanza per le ragioni dette di sopra; essendo oggimai mezzo settembre; vedendo che il re d’Inghilterra non s’affrettava ; nè essendo avvisato l’imperatore che Bologna era nel termine che era 1 , o se ben era avvisato non lo credendo; considerando che quanto più andava innanzi, in tanto maggiore e più evidente pericolo si poneva; vedendo che non vi restava via di tentar più per allora la ruina del re; dubitando anco, anzi tenendo per certa una correria del Turco, l’anno seguente *; egli si risolse a far quella pace3 , della quale prima non aveva voluto udir parola, e la quale poteva fare con maggior vantaggio e con più utile ed onor suo. Tutti li suoi ne dimostrarono discontento, e degli autori e consultori liberamente parlavano, tacciandoli infinitamente e fingendo molle cose contra di essi poco vere, e di poco momento, anzi tutte vani tate e follie; pure mormorando del fine che poteva avere la capitolazione fatta tra queste maestà. Ha vedutola nostra età, serenissimo principe, molle 1 Questa città capitolò il 14 settembre, e la pace di Crepy Ira Carlo V e J.i Francia fu conclusa il 18. 2 Che però 11011 ebbe luogo. 5 Di Crepy. Vedi la noia prima a pag. 263.