4^9 le quali diedero terrore assai a quei della città. Ed avendosi avuto per spia che cinquecento uomini di un castello lontano dovevano passare in Praga, fece guazzare il fiume a una parte de’ cavalli Ungari con cento uomini Boemi; e non volendo coloro ritornare in dietro, di plano gli furono addosso e ne amazzarono più di trecento. Essendo poi usciti alcuni cavalli dalla città per a jutarli, furono amazzati medesimamente; il che mise tanto terrore alla città, che subito trattorno di rimettersi alla grazia di sua maestà; il che fecero, dopo Praga, tutti li altri luoghi che ancora si tenevano in armi, e similmente li baroni e nobili, i quali patirno in parte la pena del loro mal volere e poco ingegno; non avendo voluto, come voleva il dovere, servare la fede al suo signore, nè avendo preparato pure alcuna cosa per assicurarsi. Fu levato alle città le entrate publiche, toltegli tutte Partigliene e le monizioni che tenevano, levatigli parte dei privilegi, condannate in perpetuo a sborsare danari contanti, e finalmente a fare quanto voleva sua maestà. E furono condannati li baroni e nobili la maggior CO parte a perdere 1’ onore, la roba e la vita ; salvo che sua maestà fece poi a molti la grazia della vita e di tante robe che potessero parcamente sostentarsi in prigione perpetua, dichiarando questi prigioni essere in casa loro propria in qualche castello, del quale non potessero uscire; di modo che quattro solamente furono morti, dui nobili e dui cittadini di manco considerazione. Alcuni pochi restorno assenti, fra quali fu il signor Gasparo Fluglio (Plilug) capitano del regno e capo de’faziosi, al quale solamente fu posto taglia di mille tallari per chi lo conduceva vivo nelle forze di sua maestà. In modo che il re, fra le condannazioni delle città e quelle