203 che sono in questa corte, dico che il re cristianissimo si saria fidato dell’ imperatore se sua cesarea maestade avesse rimesso alcune cose della capitolazione di Madrid. Ma perchè sua maestà cesarea è stata ferma nella sua opinione, il maneggio è dissoluto nel modo che hanno saputo vostre signorie, con mala satisfazione di tutti i cristiani. Seguono, mò, li altri impedimenti alla composizione che si ha da trattare, li quali sono assai, e molto grandi. Perchè la serenità vostra e le vostre eccellentissime signorie (che parte con la dottrina, parte con l’uso e lunga pratica, e l’ottimo suo giudizio, intendono benissimo le cose del mondo) sanno che sì come le amicizie tra particolari gentiluomini si contraggono per la mutua corrispondenza degli animi e per la similitudine dei buoni costumi, così tra i principi si fanno le amicizie o per la istessa corrispondenza di natura, o per giudizio che abbiano che loro torni bene lo stare amici insieme, o veramente per necessità, e fortuna, che al suo dispetto li astringa a starsi uniti. Tra questi dui signori (per quanto io ho, nel poco tempo che sono stato in Francia, conosciuto della natura del re cristianissimo, e per quanto ho inteso per varie relazioni in questo eccellentissimo consiglio; ed alla corte, ed altrove quella della cesarea maestà) trovo esser tale e sì gran discordanza, che ( come in tal proposito mi disse la serenissima regina di Navarra, che è sorella del re cristianissimo, la quale è donna di molto valore, e spirito grande, e che interviene in tutti i consigli) bisogneria che Dio ritornasse a riformare uno di loro ad esempio dell’altro per volere che si accordassero ambidui. Perchè, dove il re cristianissimo vuole mal volentieri fatica di