258 prudente rimedio suria ridurre a buona milizia e disciplina li sudditi proprii ( ordinando ben le forze nostre, come credo che non sia impossibile a farsi), che fidandosi troppo nella ventura, lasciar questa parte per derelitta. Ma per tornare al regno di Francia, ancorché sia tanto ricco e tanto munito da ogni banda, pur quando l’imperatore, ultimamente del i544> entrò in persona certo che si può dire che si trovasse nelli più slrelti termini che mai per avanti fusse stato; ma non però da rovinare, perchè un paese tale non può esser superato alli dì nostri se non in molti anni e da molta gente; e questo non lo può fare un solo; non trovandosi principe che possa ad offesa d’altri, e fuor eie’suoi stati, da sè mantenere un esercito tre anni di quaranta mila uomini. Nè manco è da temere che una lega o vero una cospirazione di molti lo possa fare, perchè l’unione tra loro non può durar tanto, come per prova si è veduto in tutte le confederazioni passate, fatte a rovina d’ un terzo. Con tutto questo dico che la Francia era ridotta allora in gran travaglio, perchè l’armata turclie-sca, che era stata causa (senza far utile alcuno) di provocar l’odio dell’imperatore contro il re, era partila allora di Provenza per Costantinopoli.1 Dal qual esempio ognuno può considerare quanto fondamento si possa far sopra le armi e aiuti d’altri, massime d’infedeli. Le quali se non sono pagate da chi le chiama, co- i Dopo tentato inutilmemte l’assedio del castello di Nizza , il dì 8 settembre ¡543,Barbarossa lasciando quella impresa si condusse a svernare in Tolone, di dove sulla fine dell’ aprile seguente fece vela per Costantinopoli , dopo commessi orrori inauditi tanto in Provenza che nelle coste d’Italia , ch’egli toccò nel suo viaggio.