igo quella volta, perchè ogniuuo si serviva di quella piazza; e Clemente pontefice trasse quaranta mila scudi. Giunto veramente a Parigi nel medesimo alloggiamento de’miei clarissimi antecessori, in una stalla mi s’abruciorno undici cavalli e tutti i fornimenti: ove fu liberata solamente la mia mula. Questo danno mi passò scudi quattrocento; perchè m’ero sforzato di mettermi onorevolmente a cavallo. Ma a questo danno mi seguì un altro incommodo; che, dovendo partire il re, mi convenne rimettermi a cavallo e ricomperare altri dieci cavalli, in tempo che sua maestà avea comandato che si facesse la mostra del suo retrobando a cavallo in arme: il che fu causa di farmeli pagar carissimi. Per il che, indarno aspettando alcun suffragio da vostra serenità, fui costretto di vendere delli argenti miei. Da poi il re cristianissimo (che mai nel mio tempo la corte si è fermata tanto, che potessi giudicare che ella stesse in un luogo quindici giorni) andò in Lorena, Poitou,ed altri luoghi della Belgica, poi in Normandia e Francia, e d’indi un’altra volta in Normandia, Picardía, Cliiam-pagna, Borgogna. E questa continua peregrinazione fu causa cl’un’eccessi va spesa e danno mio intollerabile, non solamente a me che sono povero gentiluomo, come ogniuno conosce e sa , ma ancora saria stato ad ogni altro ricco '. Però qui facendo fine, reverentemente sup- 1 Seguono parecchie pagine su questo tuono , le quali noi tralasciamo pelle ragioni altrove allegate, contentandoci eli riportarne, per la sua singolarità , il brano seguente. « Una notte mi parve che mi apparisse la mia fanciulla « maggiore, la quale meco si lamentasse che non solo non gli augumentassi « la facoltà , ma eli’ io gli la sborsassi , e eh’ io gli rispondessi ch’io tesaurÌ7.-« ’¿ava con una piissima e liberalissima signora, mostrandogli vosi ra sere-« nità, la quale aveva sotto il manto della sua liberalità e pietà molti ben