z\o ti settanta mila; e già quattro anni ne soleva avere novanta mila; poi a monsignor delfino sono stati dati la Bretagna e Delfinato, delli quali ne cava altri trecento mila scudi ogn’ anno, e di questi paga cencinquanta lande, fa le spese alla moglie e figliuoli, e satisfà all’ordinario e estraordinario di tutta la sua casa. Vuole poi il re cento mila scudi per fabbriche de' suoi aloggiamen-ti; e ha finora fatto otto palazzi, tutti sontuosissimi: e tuttavia ne fa degli altri. Alli quali, olirà li danari sopranominati, sono deputate anche certe condenuazio-ni pecunarie di non piccola importanza. L’ esercizio della caccia, fra provvisioni, carri, tele, cani, falconi e simili intrichi, vuol più di cencinquanta mila scudi. In gioie ordinariamente, almeno, si spende ogn’anno cinquanta mila scudi; in piaceri privati, come banchetti, ma-scarate,e bagordi, cinquanta mila scudi; e altrettanti in spesedisuo ves tiree tappezzerie e dona Livi priva li.Le provvisioni della sua casa e delle guardie de’Svizzeri, Francesi e Scozzesi importano più di dugento mila scudi; delli uomini dico, perchè le dame mi è affermato, fra donativi e provvisioni ordinarie, vogliono poco meno di trecento mila scudi. Di modo che è ferma opinione di tutti, che per la persona sua, per la sua casa e figliuoli, spenda e doni ogni anno un milione e mezzo di scudi, che non è possibile sminuirgli un danaro. E non si maraviglino vostre signorie di questa somma, perchè quando le vedessero quella corte ( che per 1’ ordinario è sempre di sei e talora di otto fino a dodici mila cavalli ), e il modo del viver suo, che è profusissimo e senza regola alcuna, la crederiano tanto e forse più. Massime che se uno, stando in casa sua fermo, spende mille scudi, andando sempre intorno ve ne vuole mille cinquecento,